Il 21 settembre alle ore 11.00 presso la Biblioteca comunale G. Bovio di Trani, in collaborazione con la prof.ssa Rosa Maria Ciritella CPIA – BAT “Gino Strada” con i contributi del nostro CPIA 1 BARI “Alessandro Leogrande” e a cura del Centro di Servizio al Volontariato San Nicola – ETS, si è tenuto il seguente laboratorio: “Biblioteca dei libri viventi”.
Libri non da sfogliare ma con cui parlare, perché sono persone in carne e ossa; i libri viventi sono i corsisti del CPIA e raccontano una storia che può partire da un aspetto della propria identità che li ha portati a subire pregiudizi e discriminazioni , oppure un pezzo di storia vissuta. I Libri raccontano se stessi, mettendosi in gioco per rispondere francamente alle domande dei lettori.
Ogni lettore ha potuto scegliere un Libro, uno alla volta, per una conversazione di circa mezz’ora.
Il nostro Cpia è stato rappresentato da me, dalla prof.ssa Elisa Tagliafichi e da una nostra ex corsista, Tiné Ndolo.
Tiné ha letto il suo contributo e visibilmente emozionata ha intrattenuto i più curiosi con i racconti personali legati alla sua professione di insegnante di danze tribali.
Questo argomento ha permesso di allargare la conversazione sulle tradizioni del Camerun, suo paese natale e a tal proposito abbiamo letto altri racconti scritti dai nostri corsisti riguardanti le tradizioni dell’Etiopia, dello Sri Lanka, della Francia, della Georgia.
Uno sguardo interculturale fatto di meraviglia e sorpresa che ha accomunato persone dalle radici diverse, ma dallo stesso sentire empatico ed amorevole.
Abbiamo proseguito con la lettura della storia di vita di un altro nostro corsista, Oury Diallo che con cuore aperto e spontaneo ci ha donato i suoi occhi per percepire una realtà, la sua realtà, intrisa di minacce, paura, dolore, ma anche di resilienza, coraggio, grande volontà ed amore per la vita.
È stato un incontro con la cittadinanza davvero emozionante perché finalmente ci si è accorti del valore immenso e formativo dell’Altro non più visto come diverso e, quindi, da tenere a debita distanza.
L’Alterità si è caricata del suo significato primigenio mostrandosi aperta a costruire ponti di fratellanza costruttiva e pacifica.
Infine ricordo che per Levinas l’Altro rappresenta un arricchimento in quanto fonte di un’etica originaria e di una metafisica trascendente, che ci libera dall’egocentrismo del “Sé medesimo“.
L’incontro con il volto dell’Altro, che è vulnerabile e “non è mio”, ci costringe a uscire da noi stessi e ad accogliere la sua alterità, rivelando la vera natura dell’essere non come totalità e potere, ma come responsabilità e prossimità.
Monica Fornelli



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